Degrassatore
Categorie
Descrizione
- Categoria/tipologia: pretrattamento acque reflue, trattamento primario, rimozione oli e grassi organici (non minerali).
- Ambiti d’uso: ristoranti, cucine, mense, servizi di catering, industria agroalimentare.
- NS: da 1, 2, 4, 7, 10, 15, 20, 25.
Riferimenti normativi e garanzie: UNI EN 1825-1 e 1825-2, D.Lvo 152/06, normative regionali. - Materiali: calcestruzzo, polietilene, polipropilene, vetroresina.
Oli e grassi organici sono presenti in tutti gli scarichi civili, domestici o assimilabili, in particolar modo negli scarichi di cucine, ristoranti, mense aziendali e scolastiche, trattorie, fast food, ecc. ed in reflui industriali legati alla produzione di alimenti in genere come per esempio la lavorazione della carni o industrie ittiche.
Il degrassatore è un pre-trattamento per acque grigie (anche dette bionde) in reti di scarico utilizzabile solo in reti separate (in caso di scarichi misti si consiglia l’utilizzo di fosse settiche.
La riduzione dei grassi è importante sia per l’immissione in fognatura (richiesta spesso dall’ente gestore) ma soprattutto a monte di qualsiasi trattamento depurativo per le problematiche che i grassi possono ingenerare nel processo biologico, come per esempio inibire i meccanismi di assunzione della sostanza organica e dei nutrienti da parte dei batteri o la loro respirazione o l’occlusione dei condotti.
Il degrassatore sfrutta la tendenza al galleggiamento delle particelle di grasso e olio, più leggere dell’acqua, a risalire in superficie in una zona di calma. La funzione di separazione ed un buon rendimento sono mantenuti soltanto in caso di un corretto dimensionamento e sono effettuate regolari operazioni di manutenzione e spurgo.
Il manufatto, agendo per gravità, deve essere sempre mantenuto pieno d’acqua.
Esistono diverse tipologie di degrassatore con varie caratteristiche tecniche; in particolare esistono modelli dotati di trappola o sifone per i fanghi, che ha lo scopo di trattenere i solidi più pesanti che sedimentano all’interno del manufatto, migliorandone il rendimento.
Onde evitare trascinamenti sono previsti dispositivi come setti e paraschiume per trattenere i solidi e il materiale flottante e permettere l’uscita al refluo chiarificato.
Principi di progettazione
Il dimensionamento del degrassatore è condotto considerando le portate in gioco, l’apporto di grassi, la natura dei grassi e la loro velocità di flottazione (in funzione della temperatura) in modo da garantire la capacità di separare e accumulare il materiale per un tempo ragionevolmente lungo che intercorre tra due interventi di rimozione (spurgo).
Esistono diversi metodi empirici per il dimensionamento di un degrassatore: si può considerare una velocità ascensionale media del materiale flottante di tra 5 e 15 m/h. I tempi di detenzione richiesti sono di gran lunga inferiori rispetto alle fosse settiche.
Spesso si fa riferimento genericamente ad un numero di abitanti equivalenti (AE o PE) o ad un numero generico di pasti giorno invece di riferirsi più correttamente alla dimensione nominale..
Poiché esiste una chiara normativa europea di riferimento, per quanto riguarda il dimensinamento di questo manufatto è necessario riferirsi a quanto stabilito dalle norme EN 1825-1 e EN 1825-2: la prima definisce i principi di progettazione (volumi, superfici richieste, ecc.) in funzione delle dimensioni nominali (NS), la seconda stabilisce i criteri di scelta delle dimensioni nominali in funzione dell’utenza.
Molte normative locali si riferiscono ad un volume minimo per ogni abitante equivalente invece di riferirsi alla dimensione nominale; in tal caso ovviamente è necessario rispettare quanto disposto purché non in contrasto con la normativa europea.
Il manufatto lavora esclusivamente a gravità pertanto un sovradimensionamento non rappresenta nessun problema dal punto di vista dell’efficienza del manufatto, al contrario permette di diminuire la frequenza degli spurghi a parità di utilizzo.
Deve essere prevista un’idonea ventilazione; se il sistema di scarico dell’edificio è dotato di una colonna ventilazione all’estremità superiore, i gas possono fuoriuscire dal manufatto lungo le fognature, mentre se il sistema di scarico non è ventilato, deve essere previsto un tubo di sfiato direttamente connesso al degrassatore.
Gestione e manutenzione
Il funzionamento di un degrassatore è esclusivamente a gravità pertanto non è richiesta nessuna particolare procedura di avviamento; il manufatto deve essere riempito di acqua pulita fino al normale livello di esercizio prima di entrare in funzione.
É importante monitorare l’accumulo di oli e fanghi e, una volta saturato il volume di accumulo, è necessario procedere allo spurgo. Il funzionamento in caso di un eccesso di materiale accumulato provoca una riduzione del tempo di permanenza inficiando la resa depurativa del separatore. Le operazioni di spurgo e pulizia devono essere effettuate da ditte autorizzate e specializzate che conferiscano il materiale asportato in idonei sistemi di trattamento.
Nello spurgo devono essere rimosse tutte le sostanze leggere accumulate e i corpi grossolani per poi procedere alla pulizia delle pareti e del fondo del manufatto. Al termine delle operazioni di pulizia, la vasca deve essere riempita di acqua pulita fino al livello di esercizio.
Inquadramento normativo
Le normative europee di riferimento sono la EN 1825-1 “Principi di progettazione, prestazione e prove, marcatura e controllo qualità” e la EN 1825-2 “Scelta delle dimensioni nominali, installazione, esercizio e manutenzione”. Esse definiscono che il parametro dimensionale identificativo di un separatore è la dimensione nominale (NS) e quali sono le prove e i requisiti dal punto di vista statico, dimensionale e di efficienza per poter ottenere la marcatura CE.
Per il prodotto è richiesta una Dichiarazione di prestazione (DoP) secondo quanto indicato dal Regolamento UE n. 305/2011.
La norma EN 1825-1 “non tratta separatori di grassi destinati a trattare acque reflue provenineti da cucine di abitazioni monofamiliari, dove il separatore ha dimensione nominale minore di 1”.
L’installazione di un degrassatore è soggetta ad autorizzazione da parte dell’ente competente.
Applicabilità
Il degrassatore è utilizzato come pre-tattamento per acque grigie (scarichi cucine, docce, lavabi, lavastoviglie e lavatrici) per trattenere grassi animali e vegetali o schiume (sapone).
Normalmente viene collocato su linee separate e quanto più possibile vicino alla fonte di scarico in modo da minimizzare il tratto di condotto dove sono convogliate acque contenenti grassi.
Il suo utilizzo è spesso richiesto dagli enti gestori del servizio di fognatura pubblico ed è fondamentale come pre-trattamento in caso di piccoli sistemi di trattamento acque reflue.
La norma europea EN 1825-2 europea dichiara che le acque contenenti grassi e oli organici devono essere convogliate in un separatore di grassi (7.1) mentre non sono ammesse acque contenti materiale fecale (acque nere), acque meteoriche e le acque contenenti liquidi leggeri (oli di origine minerale).
Vantaggi
- semplicità del trattamento;
- nessun consumo energetico e nessun allacciamento elettrico;
- ridotta occupazione di aree (installazione interrata);
- ridotti costi di esercizio;
- lunga vita utile.
Svantaggi
- trattamento depurativo di bassa efficienza (pre-trattamento);
- spurghi periodici, in funzione dell’utilizzo, effettuati da ditte autorizzate (autoespurghi).
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